Genoa, Immobile: “Grazie Zeman”

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”E’ stato un maestro in tutti i sensi, da lui ho imparato molto”. Ci vuole poco per capire di chi stia parlando Ciro Immobile, fresco protagonista della qualificazione alle finali dell’Europeo di categoria con la nazionale under 21 dopo aver segnato nei play off contro la Svezia sia nella gara d’andata che in quella di ritorno. L’argomento non puo’ che essere Zdenek Zeman, l’attuale tecnico della Roma, prossimo avversario del Genoa domenica sera in posticipo al Ferraris e l’anno scorso allenatore proprio di Ciro Immobile al Pescara. Un’accoppiata vincente con gli abruzzesi capaci tornare in serie A dopo vent’anni, con Immobile capocannoniere finale del torneo con 28 reti in 37 gare. ”Logico che nutra ammirazione e riconoscenza – ha aggiunto il biondo attaccante napoletano – Non ricordo di averlo mai sentito alzare la voce, le sue battute mi facevano scompisciare dal ridere”. E per Immobile il passaggio dalla B alla A non e’ stato semplice ma si e’ subito distinto conquistando i tifosi rossoblu’ e i cori dedicati. Con il Genoa Immobile ha continuato la’ dove aveva finito, andando a segno gia’ in due occasioni, una delle quali contro i campioni d’Italia della Juventus, la squadra che ne detiene il 50 per cento del cartellino con il Grifone. Ma sono soprattutto i gol sbagliati, tantissimi a testimonianza della facilita’ con la quale l’attaccante rossoblu’ riesce a farsi trovare davanti alla porta avversaria, a scatenare i tifosi che per caricarlo lo invocano spesso a gran voce. Come ricorda sempre il suo attuale tecnico De Canio ”se con tutte le occasioni che ha segnasse un gol a partita sarebbe un fenomeno, ma in fondo per quello che fa lo e’ gia’. Non dimentichiamo che ha solo 22 anni”. Un’accoppiata vincente dunque quella composta da Immobile e Zeman, ma domenica saranno avversari. Il passato, per di piu’ recente, non si puo’ pero’ dimenticare e allora ecco che dal cassetto dei ricordi Ciro estrae un racconto curioso: ”Un aneddoto? Alla fine dei primi tempi era solito dirmi che la squadra si era ben comportata, nonostante la mia presenza. Era il suo modo di pungolarmi”.

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